Dopo l’inizio delle operazioni militari in Ucraina, il mondo occidentale ha avviato una serie di sanzioni contro la Russia. Molte di esse riguardano il web e le aziende hi-tech, costrette in qualche modo ad adeguarsi.
Ma in che cosa consistono queste sanzioni “digitali”?
Facendo un passo indietro…
In parallelo con l’inizio della guerra in Ucraina, il governo del Cremlino ha deciso di bloccare l’accesso ai social network, in primis Instagram, che presenta il più alto numero di utenti iscritti.
Questa decisione è stata presa come botta e risposta al cambio di strategia di Meta. Il gigante di Zuckerberg avrebbe infatti permesso agli iscritti dei due social in alcuni Paesi del mondo di postare contenuti contro l’esercito russo, incitando l’uccisione degli invasori e dei loro capi.
I post in questione sono stati permessi in Azerbaigian, Armenia, Polonia, Ungheria, Georgia, Lettonia, Lituania, Estonia, Romania, Russia, Slovacchia e Ucraina.
In Europa e negli USA, i colossi del tech – Microsoft, Meta, Youtube e Twitter – hanno messo in stand-by l’accesso ai canali mediatici che promuovono le fake news della Russia sull’andamento della guerra in Ucraina.
La presa di posizione di Google
Anche Google ha deciso di sospendere temporaneamente gli annunci di tutti gli inserzionisti con sede in Russia o controllati dallo stato russo in Google Ads.
Per questo motivo, fino a data da destinarsi, non è possibile:
- sponsorizzare qualsiasi attività in Russia attraverso Google Ads;
- utilizzare gli annunci Google per le aziende con sede in Russia (o controllate dallo stato russo) con fini promozionali.
Google ha sempre bandito la pubblicazione di contenuti offensivi e inappropriati, che incitano all’odio e alla violenza. Gli annunci e le sponsorizzazioni degli inserzionisti russi sono una new entry nei contenuti rilevati da Google come pericolosi. A questo link è possibile accedere ai dettagli della nuova policy di Google: https://support.google.com/adspolicy/answer/6015406?ref_topic=1626336
L’azione di Google presenta però dei limiti: YouTube ha sempre consentito agli oppositori di Putin di contrastare la disinformazione, diffondendo i loro messaggi di verità. La loro attività è sempre stata finanziata da annunci pubblicitari, che ora sono vietati. Questo potrebbe essere un ostacolo per l’attività degli youtuber che si sono sempre schierati per la libera informazione.
Nonostante ciò, apprezziamo la presa di posizione di Google nell’ambito della solidarietà verso il popolo ucraino, della lotta contro la disinformazione e del rifiuto di ogni forma di violenza.